Pino De Luca/ www.brindisitg24.it

Che volete farci, a me Brindisi piace. Mi piace l'aria, i lavori in corso e il casino generale. La lingua e quel tocco di “cafonaggine paesana” che traspare da tutti e da ciascuno. Vivendo Lecce da moltissimi anni riesco a fare il confronto tra l'eleganza quasi affettata della città della Lupa con la radice ruspante del Cervo. E, data la mia origine contadina, preferisco di gran lunga la seconda.
E ieri sera, 26 di settembre, me la sono respirata tutta. Di scena era la Sinistra. In piazza Vittoria quella extraparlamentare dalle mille e una sigle e radici storiche, al Casale quella che ha optato per una conversione al centro, unita sotto un unico simbolo ma con varie sensibilità (così si dice).
Prima puntata. Piazza Vittoria, caffé obbligatorio all'American bar. Alle 18.30 si dovrebbe proiettare il film di Daniele Segre: Morire di Lavoro. Daniele è li, piemontese come i piemontesi, stupito da due cose: la prima è che trova incomprensibile che siano le 18 e 35 e ancora non si comincia, la seconda che si sia scelto di proiettare il film in piazza. Per fortuna un po' di giornali e tv locali lo intrattengono con varie interviste. Gli spiego che noi abbiamo il ritardo incorporato e se non fa buio il film non avrà inizio, ovvero almeno un'ora di ritardo. Mi guarda strano e divertito e torna a girare la piazza felice come un fanciullo quando lo portano al parco.
Salutati tutti gli amici che sono convenuti alla spicciolata, soprattutto il mio amico Alfio che è più giovane ogni volta che lo incontro, stabilito che il ritardo sarà abbondante, faccio un salto al Casale. La festa del PD si è aperta in uno scenario urbano splendido come quello del Casale ma con grande attenzione al risparmio energetico. Poche luci e anche li siamo in perfetto ritardo. Una coppia di signori, sul palco, dà una mirabile descrizione della Crisi del Mezzogiorno, chiara nel linguaggio e precisa nell'analisi. Bravi. Penso che finalmente si fa della seria comunicazione politica. Mi sono sbagliato. Quello era lo spettacolo. Subito dopo arriva la mazzata. Il programma prevede un dibattito sul mezzogiorno con parterre di tutto rispetto. Una serie di defezioni fanno si che allo sparuto di astanti infreddoliti si presenti un terzetto con Rosario Tornesello al centro e, a latere, il Senatore Tomaselli e l'On.le D'Antoni. Il vento fresco c'era, le genti anche, alcune sofferenti altre plaudenti, altre nel ruolo dei persecutori. Praticamente un Golgota. Il livello del dibattito era troppo alto e i suoni delle parole che percuotevano i miei timpani non si dirigevano al cervello bensì a parti meno nobili e incolpevoli che soffrivano della immeritata fustigazione. Per fortuna, tra le tante anime del PD assenti si è materializzata la presenza del mio amico Dario Bresolin. Considerato che siamo in un paese democratico dove ognuno ha libertà di parola, ci siamo avvalsi di quella meno nota ma altrettanto importante: la libertà di non ascoltare. Diciamo che del dibattito in corso, forse troppo alto per noi, ce ne siamo impipati, soffermandoci solo sulla disgrazia di essere bravi come Tornesello e sulla fortuna di essere scarsi come noi e, devo dire la verità, Dario in forma è una straordinaria cura per le ferite dell'anima. Si è esibito in una serie di calembour davvero divertenti, a volte anche accompagnati dagli interventi del Lato B che, stranamente, calzavano alla perfezione con le parti più rococò provenienti dall'alto dibattito. Anche qui, salutati gli amici e incartata la disponibilità ad ottenere una intervista seria, si torna a Piazza Vittoria.
Il Film volge al termine, c'è ancora un bel po' di gente, inno nazionale e titoli di coda. Applausi.
Rita, alla quale va il merito di questa bellissima iniziativa, prende il microfono e ringrazia tutti e poi lo passa al regista. Daniele, quasi commosso, racconta un po' del film e un po' di questa esperienza in provincia di Brindisi della quale è entusiasta (siamo ritardatari ma quanto ad accoglienza e umanità non ci frega nessuno). Potrebbe finire li, sarebbe bellissimo, il film ha detto tutto quello che si poteva dire e Daniele pure. E invece no, c'è il dibattito. Un ennesimo attentato epididimale capace di abbattere un rinoceronte. Per fortuna che vedo Fabrizio con il quale riesco a scambiare un po' di chiacchiere sul futuro politico di questa splendida città. Viene fuori qualche buona idea.
Posso tornare a casa, felice per la serata brindisina e con due convinzioni che si radicano sempre di più. Il passato della sinistra, extraparlamentare o centroversa, si trova nelle piazze. Nelle piazze si trova anche il suo futuro se è capace di andarci ad ascoltare. Se invece ci ritorna per infarcire le “masse popolari” (ovviamente assenti) dei soliti pipponi costituiti dal nulla sostanziato e descritto con il massimo numero di parole, non posso che usare una espressione di commiato targata Bresolin: Distinti Salumi! (non è un errore tipografico è la traduzione colta dal brindisino: Sazizza!!!)

Pino De Luca (pino_de_luca@virgilio.it)