Silvia Giordanino/http://www.langhemonferrato.net/

Il pensiero del regista Daniele Segre, autore del film – denuncia “Morire di lavoro”

Il processo per le morti da amianto, inizia alla fine del 2009, dopo anni di indagini e il rinvio a giudizio dei due responsabili dell’Eternit, azienda svizzero-belga.

Il processo d’appello si è concluso ai primi di giugno di quest’anno dopo pochi mesi dall’inizio con una condanna più pesante del processo precedente per Stephan Schmidheiny a 18 anni di reclusione, mentre l’altro imputato Louis de Cartier de Marchienne è recentemente deceduto.

Il reato: disastro ambientale doloso. Centinaia i nomi delle parti civili alle quali il Tribunale ha riconosciuto un risarcimento danni: si tratta di ammalati di mesotelioma, forma grave di cancro indotta dall’amianto e di altre patologie connesse, e di parenti delle vittime.

La maggior parte dei morti sono di Casale Monferrato, ma anche Cavagnolo (Torino), Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia).

Chiediamo a Daniele Segre, regista che da sempre firma lavori di denuncia del mondo del lavoro, il suo parere a proposito di questa storica sentenza, la prima non solo in Italia, ma nel mondo.

Daniele Segre, un commento a questa storica sentenza…

“Non posso esprimere che compiacimento, malgrado la lunga attesa per la giustizia. Ma finalmente un segnale di grande civiltà, di monito e di riferimento per le città che vivono a ridosso di grandi aziende che possono rappresentare un pericolo per la salute”.

Che ne pensa dell’esclusione dell’Inail come parte civile?

“L’Inail è il riferimento per tutte le questioni che riguardano i lavoratori, per quanto ne so, aveva ben motivo di essere coinvolta come parte civile”.

Astolfo Di Amato, difensore di Schmidheiny, sostiene che questa sentenza non potrà che allontanare gli investitori in Italia, dato che il suo cliente investì 75 miliardi di lire per la sicurezza…

Ma chi se ne frega!!!
Occorre lavorare, certo, ma non morire per lavorare!
E’ un’offesa ai lavoratori che sono morti, ai parenti delle vittime.
Non si possono ricattare gli italiani con questa immane tragedia, è vergognoso”!

La biografia di Daniele Segre

Daniele Segre (Alessandria, 1952) è autore di “cinema della realtà”, di film di finzione e di spettacoli teatrali.
Le sue opere sono spesso trasmesse dalle reti pubbliche e da molti anni presentate alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e in diversi festival nazionali e internazionali – tra cui la Berlinale, International Film Festival Rotterdam, Cinéma du Réel e Filmmaker – ricevendo vari riconoscimenti tra cui il premio Giuliani De Negri alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, il Tulipano d’oro al Festival Internazionale di Istanbul, il premio CICAE al Festival del
Cinema Italiano di Annecy, il premio Filmmakers, il premio NICE a New York.
Molti i suoi lavori pluripremiati di denuncia, un esempio per tutti il film “morire di lavoro”.

Daniele Segre è docente di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia-Scuola Nazionale di Cinema di Roma (“Cinema e realtà”) e all’Università di Pisa (“Regia cinematografica”); all’interno del corso 2009 al C.S.C.-S.N.C. è stato realizzato il video “3 Prototipi” sull’opera di Gianni Toti e “La Casa Totiana” di Roma. Dal 2002 Segre insegna “Interpretazione cinematografica” alla Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, con cui realizza la videoinstallazione “Tappati la bocca” e il film “Dimmi la verità” (2008).

Da giugno a dicembre 2010 ha diretto il corso di formazione professionale “Esperto di video documentazione sociale” realizzato dalla Provincia di Pisa in collaborazione con Sipario Toscana Fondazione-La Città del Teatro, in cui è stato inoltre docente in più moduli; tra luglio e agosto ha invece avuto la docenza della “Masterclass-Cinema e Realtà” del Bobbio Film Festival 2010 per la direzione di Marco Bellocchio.