Il Messaggero Veneto

Codroipo. Trentacinque persone morte e 190 con danni permanenti. Queste le conseguenze degli incidenti sul lavoro più gravi verificatisi negli ultimi 8 anni negli oltre 60 Comuni del Medio Friuli, mentre in tutta la provincia si registrano, in media, oltre 30 infortuni al giorno, secondo statistiche diffuse lo scorso anno. Sul tema l’Associazione Equazione, che a Codropio gestisce la Bottega del Mondo per il commercio equo e solidale e organizza varie iniziative culturali e di solidarietà, è riuscita ad accaparrarsi per Codroipo una tappa del tour italiano, partito a marzo, del film di Daniele Segre Morire di lavoro, realizzato prima che il clamore dell’incidente alla Thyssen Krupp imponesse l’emergenza all’attenzione dei media. Il film è stato proposto venerdì all’Auditorium comunale di via IV Novembre. Grazie alla collaborazione del sindacato edile della CGIL Segre – cineasta piemontese specializzatosi nei film-documento dedicati alle lotte sociali – ha potuto avvicinare più di 100 persone, vittime di incidenti e familiari di vittime, in quattro zone d’Italia e filmare le loro testimonianze di italiani ma anche di immigrati, a partire da quella di una donna che nell’arco di 15 mesi ha perso prima il figlio e poi il marito. Un lavoratore africano denuncia, anzi autodenuncia la mancanza di coraggio, il coraggio di “parlare”, dice, e di esigere il rispetto dei diritti e delle regole. Perchè si tratta sempre di incidenti capitati in situazioni irregolari, illegali. Dove non vengono rispettate le norme di sicurezza e contrattuali. E i lavoratori precari dei cantieri e delle costruzioni, sotto ricatto, tacciono per andare avanti. Non chiamano l’ambulanza, non vanno in ospedale, dichiarano malattia piuttosto che infortunio. La morale – si legge nella presentazione del film – è questa: la storia dei diritti sembra aver fatto molti passi indietro.