Agata (Barbara Valmorin) e Letizia (Maria Grazia Grassini), due vecchie amiche in vacanza al mare, si confrontano, ricordano, scherzano, piangono, e si vomitano addosso oscenità per poi magari rappacificarsi un istante dopo in un piano sequenza di 83 minuti. Le vediamo in un bianco e nero video riversato in pellicola attraverso l'obiettivo di una telecamera immobile sul treppiedi. Quando Agata e Letizia sono sedute di fronte a noi, l'inquadratura è armonica e simmetrica. Quando si alzano in piedi, i loro corpi senza testa (e fuori campo) diventano onirici.
Siamo in pieno cinema sperimentale, tra Beckett e i ritratti in movimento di Andy Warhol. Non dobbiamo quindi stupirci di trovare Vecchie, ultima fatica del cineasta indipendente Daniele Segre, in programmazione al cinema d'essai Labirinto. Nonostante l'esibita staticità della messa in scena, il film è un movimento continuo di ricordi, dolori e rimorsi. Chiara metafora della vecchiaia delle due protagoniste, apparentemente ferme ma guizzanti nello spirito. La Valmorin e la Grassini (anche sceneggiatrici) sono stupefacenti per la naturalezza con cui reggono più di un ora di performance, superando l'artificio e arrivando alla vita. Finalmente un film che non annoia.