Martina De Fabrizio / articolo21. it

Non sorprende sapere che Daniele Segre abbia deciso di cimentarsi ancora una volta con un progetto di scavo del mondo del lavoro: uno scavo profondo e doloroso come le tematiche affrontate. Dalle fabbriche di “Crotone, Italia”, . di “Un solo grido, lavoro” ai minatori di “Dinamite”; dai serbatoi di gas sardi di “Asuba de su serbatoiu”, fino alla redazione de L’Unità in “Via due Macelli, Italia – Sinistra senza Unità”, indagare le storture e i drammi del mondo del lavoro diventa quasi una vocazione e un dovere morale. Ecco, quindi, che quando il Presidente Napolitano e il ministro del Lavoro Damiano lanciano accorati un monito, il cinema risponde. E risponde a voce alta, con un progetto ambizioso e complesso: un viaggio attraverso il dramma delle morti sul lavoro, grazie alla preziosa collaborazione della Fillea Cgil, il sindacato degli edili.

Tematiche impellenti, ma a serio rischio di visibilità.
Da anni coltivo l’intenzione di portare a termine un progetto che si confronti con la difficile tematica delle morti bianche, ma ho raccolto sempre e soltanto rifiuti da parte delle reti televisive. Devo ammettere che l’appello del Presidente Napolitano mi ha dato forza e coraggio e ho deciso di produrre io stesso il film, attraverso la mia società “I cammelli”, che non a caso si chiama così: siamo abituati ad attraversamenti faticosi. L’occlusione dei canali di visibilità non mi spaventa: è importante procedere e resistere, confidando in tempi migliori

Lo definisci “cinema dell’urgenza”
Si tratta di temi complessi e dolorosi, ma necessari. La soglia dell’indignazione ha ormai raggiunto il colmo: il bollettino di guerra delle morti sul lavoro è insopportabile in una società che si fa paladina della dignità umana, del benessere e della democrazia. E credo sia dovere mio e del cinema aiutare l’opinione pubblica a conoscere, riflettere e comprendere. Lo sento come un atto dovuto. Una scelta ed un impegno.

Quali e quante tappe prevede il tuo “viaggio”?
In questa prima fase di preparazione del film ho avviato i primi incontri con i responsabili del sindacato per acquisire dati, cifre, elementi. La disponibilità straordinaria dei segretari regionali della Cgil mi permette di ricavare elementi più precisi per “istruire la pratica”. Per il momento raccolgo testimonianze e contribuiti che affluiranno in questo film corale fatto di tante storie raccolte attraverso tutta l'Italia, dal Nord al Sud.

Film o documentario?
Film, documentario: sono soltanto definizioni. Il mio è cinema. Cinema a stretto contatto con la realtà. Il rapporto con il territorio si costruisce sull’intensità del sentimento. Credo nello studio approfondito. Il mio sarà un viaggio di immersione, “dall’interno” che mi permetterà di creare un prodotto di riflessione che duri nel tempo e che non si esaurisca nel volgere di una serata al cinema.