Luciano Borghesan/ Stampa Sera

“Ragazzi di stadio” è il titolo di un libro, di una mostra fotografica e di un film curati da Daniele Segre, 27 anni, torinese. L'iniziativa si è concretizzata dopo due anni di lavoro, necessari per conoscere la realtà del tifo-calcio nella società e per raccogliere le documentazioni, con l'intervento dell'assessorato allo Sport, gioventù e tempo libero del Comune di Torino. Queste le caratteristiche dei documenti.
IL LIBRO: 126 pagine (prezzo: lire 6 mila) sintetizza il lavoro fotografico e di interviste condotto dal maggio '77 al maggio '79. Sono qui pubblicate una settantina di fotografie e le storie del protagonisti.
MOSTRA FOTOGRAFICA: inaugurata martedì scorso nei locali dell'Unione Culturale, via Cesare Battisti 4b. Resterà aperta tutti i giorni, ad esclusione della domenica, fino a sabato 1 dicembre, con orario 15-19. Poi. con il film, la mostra si trasferirà in altre città italiane. Le fotografie, in bianco e nero, documentano le follie, le violenze, le tristezze dei giovani più colpiti dal fenomeno che si vive ogni domenica negli stadi.
IL FILM: la pellicola, a colori. In 18 millimetri, viene proiettata in una sala dell'Unione Culturale. Il documentario sarà trasmesso prossimamente anche dalla Rai, rete 2. Attraverso iI film si vivono con i giovani di due opposte fazioni i preparativi ad una partita (il derby, Juventus-Torino). La cinepresa e la registrazione-audio prima, e il montaggio poi, hanno influenzato in minima parte la realtà del soggetto analizzato.

Giù: “Siamo 600. Ci chiamiamo Ultras Granata. Iscritti siamo 300, ma allo stadio tutti quelli che ci seguono nel nostro ondeggiare sono circa 600; la media è diciannove-venti anni. C'è chi studia, chi lavora. chi non fa un tubo. Politicamente, al momento, c'è una maggioranza sinistroide, un po' confusa perché c'è gente del Pci, di Lotta continua, dell'Autonomia. Poi c'è una parte che se ne frega e una parte di destra… E' chiaro che un comunista può venire allo stadio e trovarsi un fascista, e viceversa. E' implicito che, venendo lì, lo accetta: altrimenti va da un'altra parte della curva Maratona..”
Massimo e Gianni: “Noi ragazzi della Fossa dei Campioni siamo circa 600. In maggioranza siamo di sinistra, però ci sono anche dei fascisti che peraltro non hanno una convinzione radicata. Autonomia bianconera è la sigla con cui ci firmiamo. Autonomia per ribadire la nostra indipendenza, ma anche, crediamo, per incutere paura perché l'Autonomia, l'organizzazione, la frangia più estremista della sinistra..”
Sono “I ragazzi di stadio, di due opposte fazioni, ma accomunati da uno stesso principale interesse: il tifo per una squadra di calcio. Le loro dichiarazioni sono stralciate dal libro curato da Daniele Segre, ex-nazionale Juniores di atletica leggera, ex calciatore dilettantistico, cineasta. Ma i contenuti dell'autopresentazione non devono trarre in inganno; dietro i loro comportamenti, che così come sono stati concentrati nel film e nelle fotografie risultano allucinanti, assurdi, fantascientifici, ci sono storie diverse, ma sempre difficili, di emarginazione e di lotte.
Riconoscersi in movimenti e gruppi politici non è una costante, anche se i soggetti tengono a sottolineare le loro idee e allo stesso tempo a tenerle lontane dal loro ambiente -sportivo. Sia queste punte d'avanguardia del fenomeno calcio che il resto dei tifosi stanno vivendo un momento politico che si manifesta in urla-fischi-applausi, travestimenti, scontri, stati d'animo esasperati ogni qual volta lo stadio apre i battenti. E' l'ultimo atto di una preparazione quotidiana, singola e collettiva. Il documentano di Segre ne è una testimonianza. Nel film, circa un'ora di durata, si assiste alla fase associativa, poi a quella organizzativa, creativa e infine, eroica dei ragazzi. Un rito che si consuma in crescendo per chi assiste, ma una vita che si dibatte tra controsensi e ricerche d'interessi di alleanze e di lotte per chi ne è soggetto. Gli ultimi episodi di violenza negli stadi, culminati con la morte del tifoso laziale Vincenzo Paparelli, sono una dimostrazione dell'asprezza del clima che circonda il mondo dello sport più diffuso del paese. Il libro, le fotografie e il film di Daniele Segre non ci sottopongono questi risultati, ma tentano di indagare sulle esperienze e sulle esigenze dei protagonisti. “I ragazzi di stadio — dice Segre — hanno una loro umanità. Ho cercato di far conoscere questa dimensione, vivendola attraverso i loro racconti..”