Silvana Silvestri / Il Manifesto

Reporter (21,30, rete 2) si è assicurato uno dei migliori prodotti video degli ultimi tempi, “Ritratto di un piccolo spacciatore” di Daniele Segre, premio Film-maker a Torino e premio Gazzetta del Mezzogiorno al festival .Cinema e Mezzogiorno d'Europa. di Lecce.
La televisione trasmetterà solo una parte di questo film che dura 38 minuti. Girato in poche ore nell'appartamento di un personaggio che non si è espresso pubblicamente in prima persona, uno spacciatore di droghe pesanti. Non esprime commenti e risulta tanto crudo da non averne bisogno. Una stanza spoglia, un corpo con !a testa fuori campo, una voce che inventa delle canzoni, spiega perché il mondo della droga è un mondo da dimenticare e parla dei piccoli meccanismi non sentendosi all'altezza di spiegare quelli del mercato internazionale.
Con lucidità traccia una mappa, parla della sfera del grosso spaccio (i rispettabilissimi) quelli che non guardano in faccia nessuno, ma badano solo ai soldi, la seconda sfera, meno rispettabile, quella degli ex detenuti che sanno farsi rispettare. E infine i piccoli spacciatori, che si .fanno e che per comprare devono anche vendere. Oltre a questo ci sono quelli che non hanno più fiducia, quelli distrutti .che te ne fanno di tutti i colori., il proletariato della droga.
Mentre viene fatta questa analisi mai distaccata, la camera segue i movimenti in cucina, luogo privilegiato di molti film del giovani registi torinesi. Questa volta non ci si scambiano confidenze sulla vita, si aspetta che la siringa abbia finito di bollire.
Per realizzare i suoi film Daniele Segre ha formato una casa di produzione “I cammelli”, per mantenere il controllo anche distributivo del suo lavoro. Ha girato per la terza rete Rai Piemonte una serie di puntate (Torino Cronaca) che entrano in diverse situazioni (coppie, matrimoni, famiglie) con lo stesso sguardo attivo e straordinariamente acuto. E' riuscito a tirare fuori tutto quello che una fascia generazionale e contorni di una città complicata come la Torino degli anni '80 produce. Un passo dopo l'altro, dalla fotografia, al video esplosivo, capace di ricomporre personaggi di fiction è appena arrivato al lungometraggio (finisce di montarlo in questi giorni, si intitola Testadura). E' un tipo di sguardo sulla realtà che ci ricorda quello altrettanto esplosivo di Annabella Miscuglio, un video che arriva dove difficilmente è consentito (le aule di tribunale, le camere da letto delle prostitute, i luoghi di incontro dei giovani baresi al margine). Non è solo un accostamento teorico: Daniele Segre produrrà il prossimo film di Annabella Miscuglio.