Il film “Asuba de su serbatoiu” (sul serbatoio), girato nel luglio 2000, è la storia della Nuova SCAINI di Villacidro, fabbrica di batterie, di proprietà per il 20% all’AGIP Petroli che ha combattuto per più di tre anni una battaglia drammatica per garantire il futuro ai 152 operai rimasti e alle loro famiglie; operai che nell’ultimo anno non hanno percepito stipendio se non attraverso rate mensili della propria liquidazione per poter sopravvivere. Da questa situazione è nata l’ennesima estrema protesta che ha portato alcuni lavoratori a occupare i serbatoi di gas propano rivendicando in modo drammatico il posto di lavoro. Quello di Villacidro (CA), dove è ambientato il film, è un caso clamoroso: da migliaia di addetti in tutto il territorio (c.a.5000) si è arrivati alle poche centinaia di adesso (c. a. 600). Per il posto di lavoro gli operai sono costretti a salire sui silos, su bombole di gas pericolosi, a incatenarsi, a fare veglie a Roma. Si tratta di persone non più giovanissime (45/50 anni) che non sono più in grado di riciclarsi nel mondo del lavoro. Come per i film “Crotone Italia” (1993) e “Dinamite” (1994), Daniele Segre ha deciso di partire immediatamente per Villacidro per raccontare una storia di “emergenza sociale” lasciata nell’invisibilità dai mass-media nazionali; il film va oltre il pur importante e drammatico fatto di cronaca per raccontare la storia di una “urgenza” che riguarda tutti e che, come una scossa elettrica, attraversa l’intero territorio nazionale. Il 26 settembre 2000, i 152 operai della Nuova SCAINI di Villacidro sono stati licenziati.

Rassegna stampa

Leggi tutti gli articoli correlati