Gabriele Porro

Che il tifo calcistico sia oggi il veicolo, in molti paesi europei, delle forme e delle istanze della rivolta giovanile; che le sue bandiere, i riti collettivi, i suoi moti di violenza, siano una immagine riflessa, spesso anche simile nelle manifestazioni esteriori, della protesta politica di generazioni precedenti, è partrimonio acquisito da sociologi e non. Valga per tutti il bel film-documento di Daniele Segre Ragazzi da stadio, che già parecchi anni fa captò il fenomeno. Ora, da versanti letterari diversi, tutti piuttosto interessanti, tornano questi temi, e l’occasione del mondiale può essere un incentivo (i libri sul calcio, come quelli sul cinema, vendono in genere pochino). Per entrare nell’atmosfera, ad esempio, di Fedeli alla tribù, romanzo del quasi 40enne John King (Guanda, 310 pp., 26 mila), che è un po’ la risposta a Febbre a 90. Mentre là si tifava Arsenal, qui si fa a botte per l’onore del Chelsea (per i profani: due squadre mitiche di Londra). Di nuovo il mondo degli hooligans rivela le amarezze pubbliche/private della vita di oggi, in Britannia e non. Tom il magazziniere guida un manipolo di supporter (Mark, Harris, Rod, Paul il Nero), “maschi, bianchi, protestanti, scaltri, decisi”. E Welsh, autore di Trainspotting, invita: “compratelo, rubatelo, fatevelo prestare”. Altro approccio, altre latitudini. Anche sportive. In Calcio. Una religione alla ricerca del suo Dio (Frassinelli, 108 pagine, 14 mila) Manuel Vázquez Montalbán, ormai pericolosamente vicino alla tuttologia, riflette invece in brevi capitoletti, a volte solo, a volte in compagnia di autorevoli interlocutori (uno per tutti: Jorge Valdano, calciatore esimio, poi allenatore di prim’ordine) sugli aspetti del moloch-calcio. Lo strapotere tv, l’ascesa dei dirigenti-manager, i super club costruiti come legioni straniere, dove non c’è nemmeno un giocatore del Paese, da cui la crisi di identità geografico-etnica dei tifosi, il calcio come religione laica affidata a santoni di nome Ronaldo o Maradona. Citando versi di Saba, Alberti e Vinicius De Moraes. Restando alla poesia, La solitudine dell’ala destra di Fernando Acitelli (Einaudi Stile Libero, 222 pagine, 15 mila) canta vita, gesta e morte di 185 giocatori, da Renzo De Vecchi, terzino di Milan e Genoa (anni ’10) ad Azio Mancini (in memoria), giovane speranza della Tevere Roma, che se n’è andato pochi anni fa.