Lietta Tornabuoni / La Stampa

Sono uscite dal manicomio, e si sono reinventate un'esistenza anche di lavoro a Torino ne «La nuova cooperativa» le persone vere protagoniste di «Non c'era una volta», breve video di Daniele Segre. Facce perdute gonfiate o disidratate, crisi di mutismo, ossessioni dal passato, pianti improvvisi, momenti solitari di desolazione profonda. Ma anche un'attività ritrovata: lavoro, lezioni. di cha cha cha e feste da ballo, gite in centro col pulmino a vedere la città e a comprare, bilanci domestici, dilemmi turistici: «Ma quella cosa di centomila per un viaggio in Spagna tutto pagato, è vero che è una bidonata?».
Una volta tutto questo non era possibile per i malati di mente; non c'era: il regista documenta un raro fatto positivo italiano, s'abbandona al proprio ambiguo amore per il mistero degli esseri diversi o alterati, dà un'altra prova del proprio talento nel guardare facce e persone condensando in un'immagine l'intero racconto d'un dramma.