Serena d’Arbela /Patria indipendente

Nel bel documentario biografico di Daniele Segre “Lisetta Carmi, Un’anima in Cammino” (presentato alle Giornate degli autori, sempre al Festival di Venezia e ora reperibile in DVD prodotto dai Cammelli} troviamo in primo piano la fotografia come chiave per capire il mondo. Seguiamo una vicenda per certi versi esemplare.
La Carmi è una fotografa di valore, che ha lasciato un segno nel panorama mondiale, una donna indipendente, alla ricerca della verità fra tante tappe e coinvolgimenti nella storia del Novecento. Il suo percorso e la sua opera scorrono senza mai annoiare nelle sequenze di viva voce, materiale filmico e fotografico, dirette dal regista con sapiente equilibrio senza celare la sua ammirazione per il personaggio e inserendo con cura citazioni e contesti.
Le mani di Lisetta sulla tastiera del pianoforte, che eseguono il preludio n 1 del Clavicembalo ben temperato di Bach ci introducono dolcemente in questa avventura interiore. La sua voce racconta con intelligenza e semplicità. Ha voluto capire la verità delle persone, degli umili, dei diversi, dei controversi, entrare nella loro anima. E’ una esploratrice di vite, senza fini venali, per entusiasmo interiore, che nei suoi scatti fotografici a volte duri, drammatìci, guarda la realtà con una messa a fuoco forte, maschile.
Nasce a Genova nel' 24. da una famiglia colta, di origini ebraiche che le impartisce un'educazione severa, si dedica fin da bambina agli studi musicali che segue con grande fervore solitario, dopo che le leggi razziali fasciste la cacciano dalla scuola pubblica.
Ben presto, per l'aggravarsi della persecuzione, dovrà riparare in Svizzera con i suoi, portandosi dietro gli spartiti prediletti di Bach. Qualcuno più tardi le disse che somigliava a Henri Carter Bresson e lei simpaticamente decisa rispose: «Allora farò la fotografa». Iniziò da sola. per capire se stessa e gli altri, per comunicare. Fece brevi servizi sulla città di Genova, su piccoli fattì quotidiani inviando il materiale con i fuori sacco dei giornali. Negli anni Sessanta entrò nel vivo della società cittadina. frequentò gli ambienti artistici locali d'avanguardia, come la Galleria del Deposito, partecipò ai fermenti sociali, alle celebri lotte del portuali contro il governo filofàscista di Tambroni e cominciò a riprendere ambienti inediti, come il porto con i suoi lavoratori. Le immagini del lavoro testimoniano una ricerca inedita che mira all' uomo. Ad esempio nella foto della “chiamata”, nella sala dove gli scaricatori aspettano, spesso a vuoto, l'ingaggio che piove dall'alto, l'ansia dell'attesa è colta in modo palpabile nei volti e nelle pose. Altro ambiente del suo sondaggio è quello dei “travestiti”, frequentato da borghesi ineccepibili, da marinai e stranieri ma ipocritamente sottaciuto dal primi. Lisetta vi punta l'obbiettivo guidata sempre dalla lucida volontà di conoscere. Inquadra personaggi “scandalosi” per quegli anni., ne esprime con coraggio i segreti drammi, le nudità, i sentimenti. Queste immagini pubblicate in un' edizione di mille copie, giacquero per anni sotto i banchi dei librai di Milano. Prima che andassero al macero, 1'amica Barbara Alberti le prese tutte e le distribuì in omaggio.
Della Carmi sono anche le foto degli altezzosi monumenti tombali del cimitero genovese di Staglieno, simboli del formalismo ed autoritarismo delle classi alte. Ma anche le immagini dei poveri del Venezuela, Messico, Colombia. dei villaggi arabi, indiani. Lei gira per mezzo mondo. Campagne, mercati, capanne, bambini, on the road. Tra gli scatti più pregnanti figurano quelli su Ezra Pound, poeta americano controverso. Lisetta lo scova nel suo rifugio di S. Ambrogio di Rapallo. Mette a fuoco in un attimo fuggente, la solitudine, le intime lacerazioni, il disperato mutismo dell'uomo che fu rinchiuso per dodici anni nel manicomio criminale di Saint Elizabeth a Washington. Ancora una volta l’ indagatrice vuole carpire i misteri di un' anima da decifrare (Pound aveva la complessità del poeta. Malgrado l'indubbia colpa di aver aderito e propagandato per radio la repubblica di Salò. non meritava forse quella pena Né l'accaparramento del suo nome che ne fa l'estrema destra neofascista). ,
Proseguiamo il cammino filmico seguendo il montaggio di Segre in simbiosi con la voce di Lisetta. Scorrono le atmosfere del suo archivio fotografico, dalla Sardegna, alla Sicilia, da Parigi. all'India, ad Israele.
Tante e tante testimonianze su spazi sociali ed umani lontani, su esseri umani tralasciati, bisognosi d amore Poi questa donna anticonformista ci dice di essere giunta al traguardo, di aver compreso il senso della vita e dell'unione con gli altri, di non avere più bisogno della fotografia che le è servita per comprendere nel senso spinoziano Dopo l'incontro con il guru indiano Shree Babaji è approdata a una sua verità, quella dell'Amore disinteressato, dell'agire altruista, della rinuncia ai desideri superflui. Si trasferisce a Cisternino in Puglia e insieme al Maestro si dedica alla costruzione , dell’ Ashram. centro spirituale per la meditazione e il Karma Joga. Ora vede l'anima di ognuno ed è disponibile ad aiutare chiunque ne abbia bisogno. Ma non abbandona il pianoforte. E guarda ancora all’ orizzonte: il cammino non le sembra concluso.
Daniele Segre offre alla musica lo spazio narrante che si merita. Chiude il documentario con le note iniziali che Lisetta esegue alla tastiera. Compagnia perfetta per un anima in viaggio che non vuole fermarsi e ha saputo trarre dal Femminile la persona.