r.p. / L'informazione

CAVRIAGO Il Prc stasera proietta la pellicola scomoda di Segre prima richiesta poi rifiutata dal Comune
Film boomerang per Delmonte
Il regista stesso aveva bacchettato il sindaco e Tutino per l’ostracismo

Il film documentario “Morire di lavoro”di Daniele Segre diventa un boomerang per il sindaco Delmonte e per l’assessore alla Cultura Tutino.Rifondazione infatti si appropria della pellicola prima richiesta e poi “rifiutata” dal Comune per il Cinema Novecento, e stasera dalle ore 21 la proietterà in piazza Zanti.Era stato lo stesso regista,il 5 aprile scorso,a bacchettare il primo cittadino e Tutino in pubblico per ben due occasioni,sdegnato per l’ostracismo.Ora il candidato dei rifondatori Davide Farella ne fa una bandiera e propone il film in prima visione,ottenendo anche l’importante sostegno della Cgil,il cui segretario provinciale Mirto Bassoli interverrà al termine della proiezione.
“Morire di lavoro”è una appassionata indagine sulla realtà del settore edile in Italia,protagonisti i lavoratori e i familiari di lavoratori morti sul lavoro:un viaggio difficile e doloroso,che punta l’indice contro la latitanza della politica e la violenza del sistema produttivo.
Presentato in anteprima alla Camera nel febbraio 2008,poi al Parlamento europeo,era stato richiesto per la proiezione al Novecento (dove lavora il sindaco Delmonte) dall’assessore Tutino.Poi inspiegabilmente si era rinunciato. Segre,che lo ha autoprodotto e lo distribuisce,il 5 aprile proprio al Novecento – in una sala verde gremita – aveva dichiarato rivolgendosi direttamente a Delmonte:«Io come un tiratore scelto deve colpire cuori e cervelli, superando le barriere architettoniche dell’ideologia…Io pago con la solitudine la mia scelta. Voglio perciò togliermi un sassolino, visto che è presente il sindaco: mi chiedo perché Cavriago non sia interessata alle sorti degli operai. È un problema rilevante. Io mi rammarico,signor sindaco,per questo silenzio rimbombante. Da Cavriago non me lo sarei aspettato:lo dico con affetto, come se fossi cittadino del paese. Io sono convinto che il cinema può cambiare il mondo, ma evidentemente ho fatto paura».
Delmonte aveva “incassato”in silenzio l’attacco,rivolto anche ad un Pd che si vergogna delLe proprie radici comuniste («lavoro meglio con Berlusconi,che con il centrosinistra»),reiterato poi in serata dalla sala civica,davanti ad ancora più cittadini. Quel film prima accettato poi senza motivo rifiutato dall’amministrazione Delmonte oggi diventa arma di lotta nelle mani di Farella e dei suoi.
Con l’aiuto della Cgil,che di Segre è da sempre sostenitrice strenua.
(r. p.)