Maria Valabrega/La Stampa Torinosette

Un convegno, domenica 28 novembre alla Galleria d'Arte Moderna (ore 15, corso Galileo Ferraris 31) dedicato ai «Beni Culturali del Piemonte ebraico», organizzato dalla Comunità ebraica torinese, con il patrocinio di Regione, Provincia, Comune. Intervengono il rabbino Alberto Somekh, Giulio Disegni, Lia Montel Tagliacozzo, Franco Lattes, Cristina Mossetti. Alle 19,45 il regista Daniele Segre presenterà l'anteprima nazionale del suo documentario «Sinagoghe, ebrei del Piemonte» che la Rai manderà in onda a fine anno. Il film di Segre sottolinea in 53 minuti di proiezione intensa il ricordo degli avvenimenti e delle esistenze collegate da quel filo unico che lega gli ebrei attraverso le sinagoghe. Luoghi, dice Segre nella presentazione, ma anche persone che si aggregano per l'esercizio di piccoli commerci o attività di studio, insieme nei ghetti separati dagli altri cittadini, uniti per il culto nelle sinagoghe che rappresentano quanto di più specifico e intimo appartiene all'ebraismo.
E' l'occasione per andare alla scoperta di una cultura, una religione, uno stile di vita percorrendo i luoghi che ne hanno determinato l'esistenza attraverso tante sofferenze, persecuzioni e conquiste di libertà. Si potranno visitare (dalle 10 alle 13 del 28 novembre) le sinagoghe di piazzetta Primo Levi: il magnifico Tempio grande, il Tempio piccolo e Tempietto sotterraneo.
Il patrimonio ebraico piemontese rappresenta una situazione unica in Europa per la ricchezza e la bellezza. Frutto dell'impegno della comunità torinese nell'ambito di un progetto per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio artistico. E per il recupero di quelle testimonianze che passano attraverso la memoria di chi può ricordare. Per due anni, durante l'estate, le sinagoghe piemontesi si aprono ai visitatori sotto la guida di esperti della Cooperativa Artefatta che insieme alle bellezze artistiche illustrano anche le strade in cui gli ebrei furono costretti a vivere, nei ghetti prima del riconoscimento dei diritti civili sanciti nel 1848 dallo Statuto di Carlo Alberto. E poi dopo la crescita sociale e civile fino al 1938, quando le infami leggi razziali riportarono terrore, fughe, morte.