Chiara Ugolini

83 minuti di bianco e nero, inquadratura unica, quattro piani sequenza che sembrano uno solo: due donne sulla sessantina in una stanza di una casa del mare, in camicia da notte. E’ il nuovo film di Daniele Segre che, dopo dieci anni di documentari torna a lavorare con gli attori in VecchiE presentato nei ‘Nuovi territori’.

”Questo è una sorta di anniversario: dieci anni fa ero qui a Venezia con il mio secondo lungometraggio Manila Paloma Bianca – racconta Segre – poi nel corso di questi anni ho continuato a fare altre cose presentandole sempre qui alla Mostra. Quello che mi spiace è che questo film non sia stato inserito in una sezione competitiva, perché le attrici meritavano un premio. Di questi nuovi territori io sono il più grande latifondista, ma anch’io vorrei essere sdoganato verso il mercato cinematografico”.

VecchiE, prodotto dalla Pablo di Gianluca Arcopinto e da I cammelli dello stesso regista, potrebbe costituire questa occasione dal momento che la stessa Pablo lo distribuirà nelle sale dalla fine di ottobre. Operazione a cavallo tra il teatro e il cinema il testo avrà anche un destino teatrale, inserito all’ultimo momento, a cartellone chiuso, nel programma del Teatro di Pistoia (dove debutterà il 2 gennaio 2003), entrerà nel programma dalla prossima stagione.

”La mia non è una provocazione, non è una forma di estremismo espressivo – spiega Segre – è sicuramente un lavoro non tradizionale perché, attraverso il lavoro con le attrici (che sono coautrici della sceneggiatura), abbiamo dato vita ad una storia mantenendo il vincolo del luogo e del punto vista fisso e il fatto che loro fossero sempre in camicia da notte. La scelta dell’inquadratura unica, secondo me, valorizza l’identità cinematografica del film alla faccia di tanto cinema-fiction ‘uno stacco e via”’.

Letizia (Maria Grazia Grassini) e Agata (Barbara Valmorin) sono le protagoniste di questo dialogo, che spazia da temi quali la paura della morte, il ricordo del passato, della guerra, dei passati amori fino alle piccole idiosincrasie delle persone anziane come il difficile rapporto col proprio corpo che invecchia, con i dolori e i malanni, con l’apatia e la noia.
”Sono state venti ore di psicanalisi in diretta – racconta Barbara Valmorin, una lunga carriera teatrale insieme a qualche esperienza cinematografica e televisiva – che poi sono state ridotte ad un’ora e venti. Quello che diciamo nel film è tutto vero, i pensieri, le paure, le sensazioni, l’amicizia che veramente ci lega da tantissimi anni”.
Da sempre impegnato politicamente con il suo cinema, Segre non nasconde una certa delusione nei confronti della sinistra attuale. Se gli si chiede cosa farà il 14 settembre (giorno della manifestazione contro la politica del governo in materia di giustizia), risponde: “”per fortuna lavoro. Negli ultimi anni, dopo il documentario sulla chiusura de “L’Unità”, mi hanno chiuso tutte le porte e sono convinto che sia necessaria una svolta, un nuovo leader. Credo comunque che sia importante riflettere, in fondo anche VecchiE è una metafora: due persone in una situazione chiusa da cui non riescono ad uscire e litigano. In fondo io sono un regista, parlo con il cinema, personalmente non credo che bastino i girotondi”.