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Un atto di denuncia dell'illegalita', ma anche il racconto privo di retorica di un mondo senza regole in cui prevale la fatica e quasi non esistono regole, il coro di una tragedia contemporanea. Daniele Segre descrive cosi' il suo, Morire di lavoro, un viaggio nei cantieri edili della Lombardia, del Piemonte, della Campania e del Lazio.
Il film, prodotto dalla societa' i Cammelli con il sostegno del Piemonte Doc Film Fund (Fondo regionale per il documentario) e la collaborazione della Fillea-Cgil, il sindacato degli edili, e' stato presentato al Torino Film Festival e sara' pronto nella primavera del 2008. Avra' una versione nazionale e tre regionali, campana, piemontese e lombarda, nelle quali il regista lascia spazio al racconto degli operai e dei loro familiari, in alcuni casi in dialetto, per descrivere un mondo in cui ogni due giorni un lavoratore subisce un infortunio e l'anno scorso piu' di 258 hanno perso la vita.
L'icona scelta e' l'Altare della Patria perche' chi e' morto in un cantiere 'e' caduto per il Paese', mentre per le regioni le immagini simbolo saranno il Vesuvio, la Mole e il Duomo di Milano ('gli ultimi due hanno a fianco, per caso, delle gru', anticipa Segre). In ognuno dei pezzi regionali un attore racconta la sua morte: sono le storie vere di un lavoratore napoletano, di uno bresciano e, per il Piemonte, di un operaio senegalese, che nei cantieri hanno perso la vita. In tutto sono circa 150 le testimonianze raccolte, una quarantina quelle di extracomunitari. C'e' anche la storia di un amore nato in ospedale tra Alex, un operaio che ha quasi perso la gamba travolto da una gru, e una giovane anche lei ferita in un incidente sul lavoro.
'Il monito del Presidente della Repubblica – ha detto Segre – mi ha fatto fibrillare. Ho deciso di raccontare un'emergenza grave che riguarda l'essere umano e il grado di civilta' della societa' in cui viviamo. Non si tratta di fare retorica o fare piangere, ma di fare assumere responsabilita' a chi puo' garantire la legalita' nel mondo del lavoro. Il cinema puo' dare un contributo per testimoniare e sensibilizzare'.
'Questo film – hanno detto Donata Canta, segretario generale della Camera del Lavoro di Torino e Gianni Pibiri della segreteria regionale – deve fare rendere conto a chi gestisce l'amministrazione pubblica che un appalto al ribasso puo' avere conseguenze sulla vita delle persone, il lavoratore non puo' essere considerato una merce. La vita reale che Segre racconta deve fare aprire gli occhi non solo alla'opinione pubblica, ma anche a chi puo' fare qualcosa per cambiare'.