Segre: Parèven furmighi

Brunella Torresin/ La Repubblica Paréven furmìghi, racconta in dialetto la voce fuori campo, «sembravan formiche, lungo la strada, a portar sabbia e ghiaia fin dentro il paese. Era il 1950; automobili non ce n'erano a Cavriago: la catena umana, dal greto del torrente fino alla piazza del paese, era fatta di biciclette. Tante biciclette nere,…

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Venezia applaude il

Corrado Guerra/Il Resto del Carlino Dalla parte dei film: possibilmente europei, impegnati e politicamente corretti. E contro tutto il resto: lo star system, il divismo, i pettegolezzi. Lo stile con cui Felice Laudadio, direttore della 54esima Mostra internazionale del cinema di Venezia, ha messo mano al cartellone della gran kermesse che va in scena in…

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Paréven furmìghi

Clara Sereni / dal libro “Taccuino di un ultimista” “l'Unità” ha già presentato il film di Daniele Segre che la Mostra di Venezia ha offerto in questi giorni ai suoi spettatori. Ma la forza metaforica del film, unita ad alcuni piccoli episodi verificatisi attorno alla sua proiezione al Lido, credo giustifichino una riflessione ulteriore. Per…

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Il cinema che sa di noi

Giovanna Palladini / Liberetà Lo stile è inconfondibile: primi piani dei protagonisti, racconti in dialetto, cinema puro dove parole, immagini e suoni volano alto, diventano anima, poesia. è l’ultimo film di Daniele Segre presentato al Festival di Venezia e proiettato il 15 settembre in anteprima a Cavriago, in provincia di Reggio Emilia, la città dov’è…

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Vecchio cinema novecento – L’Italia del dopoguerra raccontata da Segre

Beatrice Manetti / La Repubblica Firenze Metafisica e cronaca nera. A pensarli insieme vengono in mente gli asparagi e l'immortalità dell'anima di Achille Campanile. Ma a farli incontrare, con evidente giovamento reciproco, ci è riuscito Ross McElwee in The six o'clock news, uno dei documentari più avvincenti, per quanto appesantito da qualche inutile lungaggine, presentati…

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Anche le formiche costruiscono i cinema

Stefano Masi /La rivista del cinema Le sale di domani saranno strutture multimediali, capaci di proiettare film in pellicola, ma anche prodotti audiovisivi elettronici. Lo dice Daniele Segre, video-maker che da anni batte le piste della documentazione sociale. Contro «il nulla che avanza» (cioé la tivù), propone un cinema delle emozioni, da farsi su pellicola…

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