P. D. / Ciak

«La Balle de bain» di John Lvoff, di produzione francese, è un’opera prima singolarmente fredda e intelligente, anche se forse un po’ troppo «trendy» nella scelta del gelo accurato del bianco e nero. Trascrizione del romanzo di Philippe Toussant, questa storia d’un uomo inetto e impotente che preferisce vivere nella stanza da bagno o isolato nella camera d’albergo veneziana, è raccontata con insospettato humour e interpretata benissimo, al limite del tic, da Tom Novembre.
«Georgette Meunier» di Tania Stocklin e Cyrille Rey Coquais è il film che ha vinto il primo premio al Bergamo Film Meeting. Un racconto «noir» ben diretto complicato da tendenze incestuose, erotismo distruttivo e mortale, necrofilia e delitti a catena.
E per finire, «Occhi che videro» del torinese Daniele Segre, un film-mediometraggio che segnaliamo per la sua sorprendente qualità. Commissionato dal Museo Nazionale del Cinema, il film vuole essere un ritratto della storica del cinema e conservatrice Maria Adriana Prolo e, assieme un viaggio attraverso gli oggetti del Museo e spezzoni d’epoca del muto. Memoria e presente si fondono nella bellissima luce, nelle interviste secche, nei movimenti di macchina importanti, nella bellissima musica di Paolo Ciarchi. Può interessare la televisione?