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………Lontano chilometri ma affine in quanto testimonianza di umanità ferita e lotta è il Nuovo complesso penitenziario di Firenze protagonista di Sbarre, film frutto di un laboratorio didattico realizzato da Daniele Segre insieme ad alcuni degli allievi dei corsi di regia, sceneggiatura, suono e montaggio del Centro Sperimentale di Cinematografia. Caterina D’Amico ha ripercorso quella che è stata la genesi del film, e cioè l’invito da parte di una radio a documentare un evento che si sarebbe tenuto nel carcere e che poi è diventato soltanto un pretesto per realizzare delle interviste ai detenuti, confluite nel prodotto finale. I tempi di realizzazione sono stati molto stretti: 10 giorni di preparazione e 4 giorni di ripresa, con la speciale possibilità di girare senza la presenza delle guardie nella stanza. Segre ha raccontato, da una parte, di aver sensibilizzato gli studenti all’idea di un’intervista narrativa superando le convenzioni televisive della messa in spettacolo della sofferenza, e dall’altra di aver sottoposto i detenuti al ‘trattamento Segre’ che serviva a far capire loro il tipo di progetto in atto che quindi non avrebbe dovuto assumere le caratteristiche di un piagnisteo rivendicativo ma esser caratterizzato dalla consapevolezza adeguata, per gestire se stessi in quanto pensanti e non solo emozionanti ed emozionati. In generale si è sottolineato il valore sociale del cinema, dell’educazione e del suo stesso insegnamento. Il risultato finale è una raccolta di testimonianze che seguono un percorso di argomenti: dalla descrizione di come si vive nelle stanze, a quella dei rumori quotidiani ormai perfettamente riconoscibili, al modo in cui i detenuti degli opposti sessi comunicano da un padiglione all’altro attraverso una speciale via di comunicazione fatta da movimenti di tessuti bianchi dalle finestre, alla situazione delle guardie, alle prospettive future, alla questione del lavoro ecc. Al di là di alcuni suggestivi totali sulle finestre dei padiglioni il film è una sequenza di primi piani che evidentemente e giustamente hanno finito per imporsi nella fase di realizzazione visto la loro potenza cinematografica e soprattutto umana.